L’AMORE DELL’UOMO VERSO DIO
Padre Nostro, sembra il grido di un naufrago che vede arrivare la
sua salvezza. E’ l’invocazione, suggerita
dal Figlio, per comunicare con Padre, il
creatore dell’Universo, delle galassie, degli ammassi di galassie, delle comete,
dei buchi neri e di miliardi di stelle. Tremiamo di fronte a tanta potenza, che
ci separa da Lui, siamo a una distanza infinita, eppure autorizzati dal Figlio,
lo chiamiamo confidenzialmente Padre, gli
diamo del Tu, possiamo chiamarlo anche Papà.
Gesù ci ha trasmesso
l’amore per il Padre, ha annullato la
distanza che ci separa da Lui. Ci dice che Lui è “Nostro” abbiamo scoperto che c’è chi ci ama, ascolta la nostra invocazione. Possiamo
entrare in comunicazione, perché Lui è Nostro,
con Lui abbiamo scoperto un rapporto diretto, abbiamo scoperto che abbiamo un Padre nei Cieli.
Nella
preghiera si comunica che Lui è nei Cieli,
Gesù innalza un tempio ideale con guglie altissime, che collegano il cielo con
la terra, le parole sono divenute pietre, si è creato un ponte, una scala, che unisce la terra al Cielo,
ove è la sede del Padre. Questo tempio
ideale, è per la Sua glorificazione in
attesa che sulla terra si instauri il Suo Regno. Noi invocheremo sempre il Padre, in attesa di una Sua presenza sulla terra, dove verrà
instaurato il Suo regno. Noi , con il
Figlio, aspettiamo, da duemila anni una
risposta alla domanda che il figlio morente,
gli fece sul Golgota: Perché mi hai abbandonato? Il tuo silenzio
ci può indurre in tentazione. Alla tentazione
più sconvolgente che è che è quella di non credere in TE e di non riuscire a liberarci dal male.
L’AMORE DI DIO VERSO L’UOMO
“Dacci oggi il nostro pane quotidiano”, questo
imperativo lo suggerisce Gesù, ci possiamo permettere un’espressione
confidenziale, siamo certi che in virtù del Tuo amore, la distanza infinita è
colmata. Lui è presente, tra noi, possiamo chiedergli
qualsiasi cosa, a cominciare dal pane
quotidiano, che è ”nostro”
come è “nostro” il Padre .
Il Padre è il Re dei Cieli,
può tutto, potremmo chiedergli qualsiasi cosa, invece gli chiediamo la
riconciliazione, “rimetti a noi i nostri
debiti”, chiediamo la pace tra la terra e il cielo, che
vale più di tutte le ricchezze.
IL MALE - LA FINE DELL’AMORE
“Non ci
indurre in tentazione ma liberaci dal
male” le due frasi Gesù dovette pronunciarle
a malincuore: il problema del male, non poteva ignorarlo, dai tempi di Mosè non
era stato trattato più. Mosè aveva elencato gli eventi che producevano il male dandoci
i dieci Comandamenti: Mosè ci dice anche che era il Padre a tentare gli uomini e
il figlio, con la preghiera del Padre
Nostro conferma la tesi. Si stenta a crederlo, potrebbe trattarsi di un errore
di traduzione, ma in ogni caso, il problema del male esiste. La tentazione non avrebbe ragion d’essere se il male non ci fosse e, in tutti e due i casi, chiediamo di essere liberati dal male. Il dramma sussiste, il male, a prescindere
dalla sua origine, dai suoi tentatori, Gesù lo deve trattare e, anche per Lui non è facile.
Assistiamo, anche
oggi, così come assisteva Lui, agli eventi tragici senza nessun
controllo, nessuna regola. Terremoti, eruzioni di vulcani, stragi,
femminicidi, infanticidi e mille altri
mali avvengono giornalmente sulla Terra, affliggono i figli di Dio, i fratelli in
Dio, senza che il Padre si sia mai interessato di alleviare le sofferenze dei suoi figli, di liberarli dal male come
loro chiedono da millenni.
La grande preghiera,
sembra cadere nel vuoto di un buco nero.
Commenti
Posta un commento