Mi porse una pesante cartucciera e mi disse: "questa la porterai tu".
Era così alto che io, ancora piccolo, gli arrivavo poco sopra il ginocchio. Veniva dell'America e, a conseguenza di un incidente, doveva fare fisioterapia e camminare molto. I Cuccia erano venuti a stare vicino a noi a Mondello e il pomeriggio il Signor Beni (Benedetto) mi veniva a prendere per camminare e andavamo alle falde del monte Pellegrino, nella zona che era detta "Addaura", dal nome dell'alloro che cresceva spontaneo lì, ma che non era percorsa neanche dai pastori perchè troppo brulla e ripida. Ogni tanto lui sparava e qualche uccellino e io dovevo correre a raccoglierli ancora caldi e li mettevo dentro la cartucciera. Io ci soffrivo e lui non mi capiva, a volte la cartucciera si riempiva di povere vittime innocenti.
Camminavamo ore intere e ricordo ancora quello splendido paesaggio quando ancora non era arrivata la moda di avere un villino su quella montagna.
Poi un giorno Beni sparò un uccellino che venne colpito da un pallino negli occhi. Io lo trovai ancora fermo sulle sue zampe, immobile. Non sapevo cosa fare e mi ricordo ancora lo strazio di vedere quella creatura indifesa che pochi minuti prima aveva volato per il cielo e ora non sapeva più cosa fare e dove andare: era diventato cieco. Io smarrito chiesi a Beni che cosa potevamo fare per il povero uccellino. Lui lo prese e lo scagliò a terra per ucciderlo. Credo che da quel giorno non andai più con lui, il trauma che subii fu forte e questo episodio mi servì per la vita. Ho rispettato qualsiasi forma di vita esistente sulla terra, in quanto la vita stessa merita rispetto, perchè è un miracolo che non riusciamo a spiegare.
Purtroppo in tanti non hanno capito questo mistero e uccidono come se nulla fosse, senza pensare che sopprimono un essere vivente.
Grazie Giorgio
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