LA LETTERATURA ANTICIPA LA SCIENZA
“Vi prego, disse il sicomoro rivolto ai suoi vicini, non fate
parola di quello che vedrete, tutto deve restare un segreto…”. Questo colloquio tra alberi, si svolgeva in Egitto nel
giardino della bellissima regina Nefertiti, duemila cinquecento anni fa circa. La novella venne scritta in geroglifici da un letterato
dell’epoca.
Il racconto nel
1900 venne tradotto in italiano dalla direttrice del Museo Egizio di Torino Edda
Bresciani.
Dal testo si
ricava che gli Egiziani ritenevano possibile che le piante parlassero tra loro,
che vedessero e avessero sensibilità. Siamo
nel mondo letterario, ma dopo un lunghissimo silenzio di millenni è stato da me
scritto e pubblicato nel 1999 il libro
“La parola agli alberi” che riporta quel colloquio, facendo parlare altri settanta
alberi come se fossero miei amici. Ho
abbattuto il muro del silenzio, che per millenni aveva distinto
gli uomini dai “nostri fratelli verdi “, come li chiamò Fulco Pratesi nella
prefazione del libro.
In seguito,
mi resi conto di avere anticipato di alcuni anni le scoperte scientifiche sulla
sensibilità del mondo vegetale.
Nel 2013,
infatti, è stato pubblicato il
libro del Professore Stefano
Mancuso che rivoluziona il mondo
vegetale. Con esperimenti e indagini eleganti
e intelligenti lui entra nel mondo
vegetale e demolisce quello che si poteva definire un muro del silenzio.
Mancuso
scopre, e dà prova, che gli alberi sono simili agli uomini, hanno i cinque sensi, ma a differenza di noi uomini non li hanno concentrati in prevalenza
in un punto (la testa) ma li hanno diffusi in ogni parte, radici , tronco,
foglie. Questo è prova delle loro grandi capacità: non si muovono, sono condannati all’immobilità, ma
quanti espedienti hanno per superare l’immobilità!
Nel libro La parola
agli alberi non solo hanno i
cinque sensi, ma in molti episodi dimostrano di provare emozioni, cioè di avere
sensibilità emotiva .
Quando la ninfa Dafne, inseguita da Apollo, abbraccia l’alloro
e si fonde con esso in un amplesso sublime, l’albero non resta passivo ma si
copre di foglie e fiori, dimostrando che partecipa con tutta la sua vitalità e sensibilità “lei
in me e io in lei”. E così, quando Maria durante le doglie del parto più famoso
della storia, come narra il Corano, si appoggiò a una palma, questa le diede
frutti e ombra con grande affetto.
Gli alberi sono nostri fratelli, amabili, sensibili e noi spesso
non ne abbiamo coscienza e consapevolezza.
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