Quando Fellini girò il suo famoso film "ladri di biciclette" erano i tempi in cui la bicicletta era un mezzo di trasporto molto diffuso perché gli altri mezzi non erano ancora popolari. Io subii un furto di bicicletta che finì in modo diverso da quello del film.
Vivevo, allora, in casa con mio padre e con i primi guadagni avevo comprato una bellissima bicicletta alla quale ero morbosamente attaccato. La conservavo in casa nell'ingresso di servizio del palazzetto di famiglia di via Vincenzo di Marco.
Un giorno eravamo seduti a tavola tutti insieme, quando suonarono alla porta di servizio e la cameriera andò ad aprire: comparve un ragazzo che disse di avere sbagliato indirizzo e se ne andò. Nel frattempo, senza che la cameriera se ne fosse accorta, lui tirò lo scorrevole della serratura e quindi la porta non si chiuse realmente. Dopo pochi minuti tornò, aprì la porta e rubò la mia bellissima bicicletta senza che nessuno se ne accorgesse.
Io, seduto a tavola, dopo aver udito da lontano la conversazione tra il giovane e la cameriera, ebbi un sospetto, mi precipitai all'ingresso di servizio e scoprii che la bicicletta era sparita: era come se mi avessero dato una fucilata!
Uscii come un pazzo per strada e da lontano arrivai in tempo per vedere che il ladro girava a sinistra in fondo a via Vincenzo di Marco. La mia bicicletta si riconosceva tra mille perché il parafango di dietro portava una striscia cromata visibile a grande distanza.
Iniziai a correre per inseguire il ladro ma ero troppo lento... in un portone della via vidi una bicicletta e mi trasformai a mia volta in ladro, ci montai addosso e iniziai un inseguimento in via duca della verdura.
Il ladro correva, mentre io correvo e gridavo per cercare di attirare l'attenzione dei passanti, vidi che il ladro girava a destra ed entrava nel rione popolare del borgo vecchio e nella piazzetta lo raggiunsi perché lui non riusciva più correre tra la folla. Qui ci fu una scena drammatica: il ladro, vistosi scoperto posò a terra la mia bicicletta, mentre io gridavo e inveivo contro di lui e in pochi minuti si formo' una folla minacciosa ....ma evidentemente dalla sua parte! Capii che mi poteva finire male, chiusi il discorso là e con le due biciclette iniziai la via del ritorno a casa tra gli sguardi minacciosi della folla...e pensare che ero io il derubato!
Restituii quindi la bicicletta al legittimo proprietario che forse aveva capito le ragioni del mio apparente furto.
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