Quando nel 1967 il Prefetto Vicari si occupò del banditismo, nella sua repressione nella zona di Partinico si rese conto che non bastava arrestare i banditi ma bisognava intervenire su quella popolazione che era "disorientata".
Si occupò dei giovani e cercò di creare per loro attrezzature sportive. La notizia arrivò a me che allora curavo i lavori della Casa del Fanciullo di Partinico e mi arrivò l'incarico di occuparmi del campo sportivo di Partinico. Andai a visitare il luogo in via La Franca e mi accorsi che era un campetto troppo piccolo per un impianto sportivo che fosse sufficiente a soddisfare le esigenze di ben cinque paesi che gravitavano su Partinico.
Presi informazioni e seppi che accanto al terreno se ne trovava un'altro di pari misure che mi avrebbe consentito di progettare un impianto completo. Lo feci sapere a Vicari che si attivò subito ed espropriò quel terreno che fu sufficiente a realizzare una superficie di oltre ventimila metri quadri.
Progettai così un impianto sportivo che completo in un'area bellissima con un fronte di quasi 200 metri su una strada di accesso che successivamente prese il nome di Via Aldo Moro. Il progetto prevedeva un campo di calcio regolamentare per seri A, una pista podistica a sei corsie da 400 m, impianti per atletica leggera, due campi da tennis oltre una tribuna in cemento armato capace di 5.000 posti a sedere, un sottopassaggio per l'ingresso degli atleti in campo, un impianto di irrigazione a scomparsa, impianti di illuminazione. Sotto le gradinate (costruite in cemento armato trattato con uno speciale prodotto idrorepellente) previdi spogliatoi con servizi, sala per la direzione, sala per visita medica, sala per atletica, alloggio per il custode.
Questo progetto venne approvato dal Comune di Partinico, dal Genio Civile di Palermo e poi dal CONI. L'opera venne realizzata in lotti progressivi che mi impegnarono per alcuni anni. La prima cosa che feci nel 1957 fu di eseguire un muro di recinzione in conci di tufo con cancelli di ingresso, poi provvidi a livellare il piano di sedime perché il terreno era in pendenza con un dislivello di quasi due metri. Il primo lavoro di sbancamento Vicari volle che si realizzasse con cantieri scuola che allora servivano ad occupare i disoccupati e dare loro un sussidio in cambio di un piccolo lavoro. Mi toccò quindi di gestire centinaia di disoccupati e farli lavorare nel campo sportivo. Cercai di utilizzarli per gli sbancamenti feci installare tre linee di binari per la movimentazione della terra che per mesi trasportarono terra per realizzare un piano orizzontale.
Poi i lavori proseguirono con vari finanziamenti del Comune, della Cassa per il Mezzogiorno e della Regione, fino al 1989. L'impianto venne completato e venne reso agibile anche per competizioni nazionali.
Il manto erboso venne curato e irrigato con impianto a scomparsa e consentì a molti sportivi di prepararsi adeguatamente.
Nel 1971 una parte dell'area disponibile fu destinata alla costruzione di una casa di riposo per anziani e a disposizione dell'impianto sportivo restarono 20.620 metri quadri. Progettai pure una parziale copertura della gradinate con ancoraggi indipendenti dalla struttura in cemento armato, progetto che purtroppo non fu mai finanziato.
Lo stadio, oggi La Franca, la collettività lo ama ancora tanto e il Partinicaudace è una vivace squadra eccellenza girone A alla quale però viene impedito l'accesso al campo per una serie di impedimenti burocratici!
Il Prefetto Vicari sicuramente si sarebbe adoperato per restituire al più presto l'uso dei luoghi ai giovani...
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