Arrivò con la sua impeccabile divisa accompagnato dalla giovane e bella moglie Emanuela, con una piccola vettura senza scorta, per coerenza con i suoi principi che bisognava dimostrare di non avere paura.
Era stato nominato Prefetto di Palermo il 30 Aprile 1982 e aveva già fatto esperienza della solitudine in cui era finito.
Erano passati solo 75 giorni dalla sua nomina: la data la ricordo bene perché era l'anniversario della presa della Bastiglia e lui era stato invitato dal consolato francese a partecipare ai festeggiamenti. Aveva già recepito ostruzionismo da parte dell'allora Sindaco di Palermo, Nello Martellucci che si era rifiutato di fargli visita come prescritto dal protocollo. Entrarono nell'albergo La Torre di Mondello nel pomeriggio del 14 luglio 1982, e riempirono la scena della hall. Anche io e mia moglie eravamo stati invitati ad accoglierli dal dottore Matteo Florena e Marisa Lipari, grandi amici nostri e della moglie di Dalla Chiesa. Ci sedemmo a un tavolo della terrazza dell'albergo sperando in un pò di fresco che venisse dal mare. Il generale all'inizio era visibilmente accaldato e infastidito, probabilmente anche dalla noia degli inviti ufficiali, ma dopo poco si lasciò travolgere dall'accoglienza e dal calore siculi. Ci raccontò che aveva già ricevuto la lettera degli studenti della scuola Gonzaga di Palermo, che lo invitavano ad un incontro, cosa non usuale per quei tempi e che certamente lo aveva gratificato.
La conversazione fu animata, specie fra le signore: in quel pomeriggio non si parlò di mafia ma solo di Palermo, delle sue feste, dei suoi cibi famosi e delle usanze cittadine. Il Generale con noi si lamentò del caldo che in quei giorni affliggeva Palermo, aveva scherzato sulla divisa che probabilmente era invernale. In breve i rapporti divennero più confidenziali e mi venne l'idea di invitarli a fare un bagno nel mare di Aspra dove io avevo costruito una villetta in uno dei punti più belli delle coste siciliane. L'invito fu accolto con entusiasmo e ci ripromettemmo di incontrarci dopo pochi giorni. Anche Emanuela ci sorrideva amabilmente: erano una bella coppia evidentemente molto innamorati.
Ma non ci fu il tempo, la mafia ci precedette e il 3 Settembre 1982 una pattuglia formata da due macchine e due motociclette con mitra fece una strage.
Per me fu un trauma perché avevo avevo preso contatto con una personalità di alto valore con cui mi sarebbe piaciuto approfondire la conoscenza.
Era stato nominato Prefetto di Palermo il 30 Aprile 1982 e aveva già fatto esperienza della solitudine in cui era finito.
Erano passati solo 75 giorni dalla sua nomina: la data la ricordo bene perché era l'anniversario della presa della Bastiglia e lui era stato invitato dal consolato francese a partecipare ai festeggiamenti. Aveva già recepito ostruzionismo da parte dell'allora Sindaco di Palermo, Nello Martellucci che si era rifiutato di fargli visita come prescritto dal protocollo. Entrarono nell'albergo La Torre di Mondello nel pomeriggio del 14 luglio 1982, e riempirono la scena della hall. Anche io e mia moglie eravamo stati invitati ad accoglierli dal dottore Matteo Florena e Marisa Lipari, grandi amici nostri e della moglie di Dalla Chiesa. Ci sedemmo a un tavolo della terrazza dell'albergo sperando in un pò di fresco che venisse dal mare. Il generale all'inizio era visibilmente accaldato e infastidito, probabilmente anche dalla noia degli inviti ufficiali, ma dopo poco si lasciò travolgere dall'accoglienza e dal calore siculi. Ci raccontò che aveva già ricevuto la lettera degli studenti della scuola Gonzaga di Palermo, che lo invitavano ad un incontro, cosa non usuale per quei tempi e che certamente lo aveva gratificato.
La conversazione fu animata, specie fra le signore: in quel pomeriggio non si parlò di mafia ma solo di Palermo, delle sue feste, dei suoi cibi famosi e delle usanze cittadine. Il Generale con noi si lamentò del caldo che in quei giorni affliggeva Palermo, aveva scherzato sulla divisa che probabilmente era invernale. In breve i rapporti divennero più confidenziali e mi venne l'idea di invitarli a fare un bagno nel mare di Aspra dove io avevo costruito una villetta in uno dei punti più belli delle coste siciliane. L'invito fu accolto con entusiasmo e ci ripromettemmo di incontrarci dopo pochi giorni. Anche Emanuela ci sorrideva amabilmente: erano una bella coppia evidentemente molto innamorati.
Ma non ci fu il tempo, la mafia ci precedette e il 3 Settembre 1982 una pattuglia formata da due macchine e due motociclette con mitra fece una strage.
Per me fu un trauma perché avevo avevo preso contatto con una personalità di alto valore con cui mi sarebbe piaciuto approfondire la conoscenza.
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