L'ingegnere Arangi proprietario del palazzo di via Libertà numero 161 mi interpellò per studiare un palazzo da costruire dietro il suo, in un'area assai difficile, dalla particolare planimetria a "dente di sega". Provai di dissuaderlo ma non ci fu verso e volle progettato questo edificio che era confinante con il canale Passo di Rigano da cui bisognava distaccarsi alcuni metri secondo la legge.
Il canale era uno sgrondo delle acque provenienti da monte e che bisognava contenere e raccogliere, per proteggere la città da inconvenienti, come era avvenuto nel terribile alluvione nel 1929.
Mi misi al lavoro e riuscii a progettare un edificio di sei piani vasto e ben congegnato perché aveva molte prospettive che davano respiro al palazzo. I
l lavoro fu affidato da Arangi all'impresa Guarino che si dimostrò all'altezza e non mi creò problemi.
L'originalità di questo palazzo era data dal fatto che aveva ingresso sulla via Libertà in condominio al palazzo Arangi. Questo solo fatto ne valse un successo enorme perché secondo la tradizione palermitana avere indirizzo su via Libertà costituiva un titolo di merito e di esclusività. L'unico capriccio che mi potei permettere furono i parapetti dei balconi che disegnai con forme astratte e vari colori.
Il palazzo era costituito da due appartamenti per piano molto articolati perché l'edificio era a dente di sega per necessità urbanistiche.
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