Il dottore Vittorio Caronia, figlio del mio professore di architettura dell'università di Palermo, intersecò i suoi percorsi di vita spesso con i miei.
Era uno scapolo d'oro famoso per le sue possibilità economiche derivate da uno zio grande commerciante di ferro che, non avendo figli, lo aveva adottato.
Era amico di famiglia e proprio lui mi aveva venduto il suo terreno ad Aspra dove io avevo costruito il mio rifugio.
Ad una mostra d'arte Vittorio comprò un grande graffito, bellissimo, da un suo amico, il pittore Quintino Di Napoli che era un artista raffinato. Erano cinque lastre grandi di ardesia che formavano una composizione incantevole di linee bianche su fondo nero, raffigurante reti di pescatori che erano stese in mare per catturare pesci.
Vittorio giustamente voleva trovare una degna collocazione di questa opera d'arte, ma di certo non poteva trovarla in un'appartamento perché il graffito era troppo grande, circa 5 metri. Allora pensò che poteva essere sistemata in un palazzo che aveva in programma di costruire in via Sarullo, dove aveva comprato l'ultimo lotto di terreno che rimaneva ai Signori Catania, i quali avevano appena finito di costruire i palazzi 2T e 2T2 in Via Sciuti.
Nel 1962 Vittorio, pertanto, mi affidò l'incarico di progettare un palazzo dove nel vestibolo trovasse posto il grande graffito di Quintino Di Napoli.
Io progettai l'edificio e l'androne di ingresso, dove il graffito era il centro della composizione. Vittorio gradì l'idea e giovandosi di una ditta di sua fiducia appaltò i lavori per la realizzazione del palazzo che, originariamente, era tutto di sua proprietà.
Io dirigevo i lavori ma mi accorsi che l'impresa era assai modesta e in più Vittorio aveva fatto dei contratti capestro per cui il lavoro risultò di modesta qualità, rispetto a come ero abituato. Malgrado queste premesse portai il lavoro a termine e i locali di pianterreno subito furono locati a un'importante ditta di appalti, la Rielo manutenzione. Le pareti del prospetto sulla via Sarullo vennero rivestite tutte da listelli di marmo.
Lo scantinato fu aggregato a quello del palazzo 2T2, che avevo progettato e realizzato per i Signori Catania, realizzando un grande parcheggio per automobili che ha giovato a tutta la zona.
Quando il palazzo fu completo feci mettere in opera in una grande parete del vestibolo le lastre in ardesia del graffito che poté mostrare tutta la sua bellezza impreziosendo e caratterizzando l'ambiente.
Era uno scapolo d'oro famoso per le sue possibilità economiche derivate da uno zio grande commerciante di ferro che, non avendo figli, lo aveva adottato.
Era amico di famiglia e proprio lui mi aveva venduto il suo terreno ad Aspra dove io avevo costruito il mio rifugio.
Ad una mostra d'arte Vittorio comprò un grande graffito, bellissimo, da un suo amico, il pittore Quintino Di Napoli che era un artista raffinato. Erano cinque lastre grandi di ardesia che formavano una composizione incantevole di linee bianche su fondo nero, raffigurante reti di pescatori che erano stese in mare per catturare pesci.
Vittorio giustamente voleva trovare una degna collocazione di questa opera d'arte, ma di certo non poteva trovarla in un'appartamento perché il graffito era troppo grande, circa 5 metri. Allora pensò che poteva essere sistemata in un palazzo che aveva in programma di costruire in via Sarullo, dove aveva comprato l'ultimo lotto di terreno che rimaneva ai Signori Catania, i quali avevano appena finito di costruire i palazzi 2T e 2T2 in Via Sciuti.
Nel 1962 Vittorio, pertanto, mi affidò l'incarico di progettare un palazzo dove nel vestibolo trovasse posto il grande graffito di Quintino Di Napoli.
Io progettai l'edificio e l'androne di ingresso, dove il graffito era il centro della composizione. Vittorio gradì l'idea e giovandosi di una ditta di sua fiducia appaltò i lavori per la realizzazione del palazzo che, originariamente, era tutto di sua proprietà.
Io dirigevo i lavori ma mi accorsi che l'impresa era assai modesta e in più Vittorio aveva fatto dei contratti capestro per cui il lavoro risultò di modesta qualità, rispetto a come ero abituato. Malgrado queste premesse portai il lavoro a termine e i locali di pianterreno subito furono locati a un'importante ditta di appalti, la Rielo manutenzione. Le pareti del prospetto sulla via Sarullo vennero rivestite tutte da listelli di marmo.
Lo scantinato fu aggregato a quello del palazzo 2T2, che avevo progettato e realizzato per i Signori Catania, realizzando un grande parcheggio per automobili che ha giovato a tutta la zona.
Quando il palazzo fu completo feci mettere in opera in una grande parete del vestibolo le lastre in ardesia del graffito che poté mostrare tutta la sua bellezza impreziosendo e caratterizzando l'ambiente.
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