Avevo percorso gran parte della distanza tra Lucca e San Gimignano. Camminavo sulla via Aurelia dove c'erano le retrovie della linea gotica creata dai tedeschi per fronteggiare l'avanzata verso il nord Italia.
Incrociavo mezzi corazzati e le truppe tedesche. Il sole implacabile di quel luglio mi aveva sfiancato e quando vidi una targa che indicava San Gimignano, decisi che dovevo fare una tappa e trovare qualcosa da mangiare. Vidi una fattoria dove trovai una famiglia di contadini con bambini che mi accolsero. Quando chiesi loro acqua da bere mi offrirono anche del latte poi mi riposai un pochino giocando con i bambini, dimenticando di esser in guerra e a pochi km dal fronte di combattimento. Ripresi la strada per S. Gimignano che raggiunsi dopo pochi km. Il paese era stato rispettato dagli alleati ma era deserto, lo girai per le strade e scoprii un luogo incantevole con le sue cento torri. Ogni famiglia aveva voluto alzare la sua torre che creavano un paesaggio anomalo perché ogni casa voleva la sua torre spesso molto alta. Trovai un insegna con scritto "Ristorante" e, spinto dalla fame anche se con pochi soldi, entrai. Il locale era pieno di soldati tedeschi: anche loro avevano cercato da mangiare. Mi sedetti in un angolo e ordinai quello che c'era. Arrivò quasi niente perché tutto era razionato, la fame non mi passò anche perché mi sentivo osservato dai soldati tedeschi che per fortuna mi ignorarono.
La visita del paese la proseguii perché, malgrado fossi sul fronte di guerra, non dimenticavo la mia passione per l'arte, ripresi il mio cammino che evidentemente andava verso il fronte di combattimento. Si sentivano i bombardamenti a distanza e, malgrado questo, percorsi quella mattinata piacevolmente distratto dalla bellezza di quel luogo. Dopo qualche ora, ripresi il mio cammino e, mentre camminavo solo per la via Aurelia, mi sentivo un naufrago che senza punti di appoggio ha solo l'aiuto delle proprie gambe.
Incrociavo mezzi corazzati e le truppe tedesche. Il sole implacabile di quel luglio mi aveva sfiancato e quando vidi una targa che indicava San Gimignano, decisi che dovevo fare una tappa e trovare qualcosa da mangiare. Vidi una fattoria dove trovai una famiglia di contadini con bambini che mi accolsero. Quando chiesi loro acqua da bere mi offrirono anche del latte poi mi riposai un pochino giocando con i bambini, dimenticando di esser in guerra e a pochi km dal fronte di combattimento. Ripresi la strada per S. Gimignano che raggiunsi dopo pochi km. Il paese era stato rispettato dagli alleati ma era deserto, lo girai per le strade e scoprii un luogo incantevole con le sue cento torri. Ogni famiglia aveva voluto alzare la sua torre che creavano un paesaggio anomalo perché ogni casa voleva la sua torre spesso molto alta. Trovai un insegna con scritto "Ristorante" e, spinto dalla fame anche se con pochi soldi, entrai. Il locale era pieno di soldati tedeschi: anche loro avevano cercato da mangiare. Mi sedetti in un angolo e ordinai quello che c'era. Arrivò quasi niente perché tutto era razionato, la fame non mi passò anche perché mi sentivo osservato dai soldati tedeschi che per fortuna mi ignorarono.
La visita del paese la proseguii perché, malgrado fossi sul fronte di guerra, non dimenticavo la mia passione per l'arte, ripresi il mio cammino che evidentemente andava verso il fronte di combattimento. Si sentivano i bombardamenti a distanza e, malgrado questo, percorsi quella mattinata piacevolmente distratto dalla bellezza di quel luogo. Dopo qualche ora, ripresi il mio cammino e, mentre camminavo solo per la via Aurelia, mi sentivo un naufrago che senza punti di appoggio ha solo l'aiuto delle proprie gambe.
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