Una mattina del 1982 mi accompagnarono a visitare il terreno che avevano assegnato per costruire un'asilo nido nella zona industriale di Carini. La Regione Siciliana per sostenere le industrie siciliane aveva finanziato alcuni asili nelle zone di sviluppo industriale. Il Presidente del Consorzio di Carini era un giovane ingegnere figlio di un validissimo ingegnere della provincia di Palermo chiamato Jaforte. Mi dietro incarico di progettare e dirigere i lavori di realizzazione di un asilo nido che doveva servire e agevolare le operaie delle industrie già sorte e di quelle che sarebbero sorte in futuro.
Accolsi questo incarico con immensa gioia perché mi sembrava ancora di occuparmi dei miei figli. Era un incarico fatto di amore e di passione, un incarico diverso dagli altri perché la finalità era di altissimo livello sociale.
Immaginai che le operaie si presentavano all'asilo con i figli in braccio, ne prefigurai il percorso, dopo l'ufficio accoglienza i bambini sarebbero stati smistati, i lattanti in un reparto addetto e i divezzi verso le aule in riposo o il boschetto.
L'area era bellissima, le fondazioni sicure su un banco di calcare, l'accesso era ottimo: attraverso una larga strada nel centro dell'aria industriale. Progettai un corpo per uffici e accoglienza, direzione e poi un reparto orientato verso il sole coperto come una vela, dove avrebbero dovuto esistere dei fasciatoi e le culle per i più piccoli.
Un altro reparto era costituito da tre aule per i bambini divezzi con reparto interno ed esterno. Previdi anche una zona dove i bambini avrebbero dovuto trovare riposo adiacente a un grande refettorio dal quale si accedeva a una zona, detta il boschetto, dove feci piantare grandi pini.
La cucina era in un corpo esterno con accesso esterno. Appaltai il lavoro che tocco' ad una valida impresa che fece l'opera in tempo utile. Quando i lavori furono finiti Jaforte mi affido l'incarico di progettare anche l'arredamento, che curai in ogni dettaglio. Ero soddisfatto di avere fatto con passione un'opera di architettura e di assistenza degna di una grande area industriale.
La conclusione di questo lavoro, però, non la vidi mai perché la Regione siciliana aveva finanziato i lavori ma non aveva previsto nulla per la gestione che sarebbe stata indubbiamente costosa.
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