Dopo la realizzazione della villetta di Aspra, coronata da un grande successo, pensai che questa esperienza poteva allargarsi ai miei amici.
L'occasione si presentò nel 1972 quando in occasione di una festa a Marina di Alcamo conobbi il geometra Vincenzo Bongiorno, che mi fu presentato dall'ingegnere La Cavera che mi proposero di intervenire in un'acquisto di un terreno in territorio di Scopello.
Non avevo chiara l'idea dove fosse il terreno ma aderii con entusiasmo perché in quel momento avevo desiderio di ampliare la mia attività. Qualche giorno dopo mi accompagnarono per un sopralluogo che io feci con mio padre, perché l'impegno finanziario sarebbe stato notevole.
Mio padre mi incoraggiò all'acquisto anche se il terreno si presentava deserto e non coltivato evidenziando che nè in estate , nè in l'inverno era mai stato coltivato perché troppo esposto ai venti di maestrale.
Nel 1973 firmai l'atto di acquisto al cinquanta per cento con Bongiorno perché La Cavera si era ritirato dall'iniziativa. Con Bongiorno dovetti superare notevoli difficoltà per l'accesso al terreno perché l'area era un fondo intercluso che aveva solo un grande vantaggio: confinava con un tratto di mare straordinario (il proseguimento sarebbe poi divenuto la splendida Riserva Naturale dello Zingaro).
Questo mi consentì di permutare un diritto di accesso al mare con il diritto di accesso alla proprietà che mi fu concesso dal signor Navarra proprietario a monte di un terreno che confinava con la pubblica via.
Riunificati i terreni ebbi la disponibilità di circa 30 ettari di terreno che mi consentirono di progettare un villaggio con un chilometro di strade e quarantacinque villette di circa mille metri quadri ciascuna. Quando si sparse la notizia che avevo lottizzato un'area a Scopello gli amici si fecero avanti e vollero accaparrarsi i lotti migliori .
I primi che comprarono furono il presidente dell'ordine dei medici, il suo segretario e molti amici comuni. L'acquisto comprendeva anche la costruzione su mio progetto e appalto a Buongiorno che nel frattempo aveva costruito tutte le infrastrutture del villaggio.
L'inizio fu esaltante perché si creo' una piccola comunità affratellata da un sentire comune e un entusiasmo per un sito bellissimo che nasceva dalle nostre mani. Spesso ci riunivamo la domenica per visitare l'avanzamento dei lavori che era una gioia ogni volta rinnovata. Nel frattempo feci mettere a dimora 5.000 alberi nei lotti di terreno. Sono passati circa 46 anni da quei giorni emozionanti, ma il villaggio ancora funziona anche se quasi tutti gli Old father non ci sono più ma restano i loro eredi che si gioveranno per sempre dei sacrifici fatti dalla generazione che li ha preceduti.
Alcuni anni dopo facendo una gita in barca allo Zingaro mi accorsi che Punta Pispisa dal mare non si vedeva più perché coperta da una fitta vegetazione nel tempo si è sviluppata grazie alla cura ed all'amore dei proprietari.
Le mie remore di quando iniziai a costruire furono fugate in un istante dalla vista di quel paesaggio che in pochi anni era cambiato. Non c'è dubbio che una coltre di vegetazione alta e profumata di alberi sia preferibile a una landa priva di vegetazione come era Punta Pispisa prima che io la trasformassi con il mio intervento.
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