A Palermo esistono molti laboratori di ebanisteria ma i più famosi erano quelli del signor Varrica, D'Aleo, Marceca e Riccobono, più vicini alla mentalità dell'ingegnere perché adusi a lavorare non con il metro ma con i millimetri. Io li frequentavo perché davo lavoro a tutti. Quando si costruisce un mobile la precisione deve andare al di sotto del millimetro perché altrimenti cassetti e sportelli non funzionerebbero, in un caso come quelli dei fratelli D'Aleo si creò un rapporto "ebanisteria e architettura", molto stretto perché i D'Aleo si trasformarono, nell'epoca del boom edilizio a Palermo, in costruttori edili, trasferendo la loro precisione millimetrica all'edilizia. Lavorarono per me, ad esempio, per la costruzione del palazzo angolo via Roma e via Amerigo Amari dove si dimostrò che la precisione millimetrica nel costruire fa parte dell'architettura.
Visitando uno dei laboratori, precisamente quello di Marceca di via Maqueda, scoprii che in un piccolo scaffale in alto del laboratorio, polverose e quasi dimenticate, erano esposte delle statuine in legno che erano state sicuramente "bozzetti" di qualche scultore. Mi colpii particolarmente un modello costituito da una piccola statua in legno di una Madonna, chiesi di mostrarmela e vidi che era scolpita in un tronco di cipresso: molto probabilmente era un modello per costruire una statua al vero che riconobbi facilmente: quella della Madonna in cima alla colonna di piazza s. Domenico che poi accertai essere la Madonna dell'immacolata concezione scolpita dallo scultore Giovanni Battista Ragusa quando il senato palermitano decise di costruire un monumento in Piazza San Domenico. Lo scultore molto probabilmente scolpì in un tronco di cipresso che era rimasto dimenticato nella stessa falegnameria. Chiesi a Marceca se me la vendeva e lo trovai disponibile. Questa piccola Madonna di cipresso, alta circa 40 centimetri, ritengo sia uno dei miei gioielli perché porta la spontaneità e la freschezza di uno scultore certamente abile e di sensibilità artistica.
Visitando uno dei laboratori, precisamente quello di Marceca di via Maqueda, scoprii che in un piccolo scaffale in alto del laboratorio, polverose e quasi dimenticate, erano esposte delle statuine in legno che erano state sicuramente "bozzetti" di qualche scultore. Mi colpii particolarmente un modello costituito da una piccola statua in legno di una Madonna, chiesi di mostrarmela e vidi che era scolpita in un tronco di cipresso: molto probabilmente era un modello per costruire una statua al vero che riconobbi facilmente: quella della Madonna in cima alla colonna di piazza s. Domenico che poi accertai essere la Madonna dell'immacolata concezione scolpita dallo scultore Giovanni Battista Ragusa quando il senato palermitano decise di costruire un monumento in Piazza San Domenico. Lo scultore molto probabilmente scolpì in un tronco di cipresso che era rimasto dimenticato nella stessa falegnameria. Chiesi a Marceca se me la vendeva e lo trovai disponibile. Questa piccola Madonna di cipresso, alta circa 40 centimetri, ritengo sia uno dei miei gioielli perché porta la spontaneità e la freschezza di uno scultore certamente abile e di sensibilità artistica.
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