Mentre gli operai stavano finendo i lavori del palazzo di via Villabianca mi accorsi che la parete sinistra dell'ingresso lunga quasi 6 metri e alta 3 metri era stata trascurata da me e la proposi ad alcuni artisti perché volevo metterla in evidenza con qualche elemento scultoreo. Mi presentarono degli schizzi, varie proposte che non mi piacquero.
Intanto il tempo passava e i lavori si dovevano concludere.
Una domenica mi sedetti a tavolino e decisi che non mi sarei alzato se non avessi trovato la soluzione estetica che risolveva la parete. Feci alcuni schizzi e venne fuori un albero che rappresentava il simbolo del palazzo, i cui rami potevano significare le famiglie che lo avrebbero abitato. Lo schizzo mi piacque e l'indomani lo portai nel cantiere della ditta che era preposta ai marmi. Spiegai a un marmista che la parete doveva essere tutta rivestita da lastre di pietra di Biliemi bocciardate e che da questa parete doveva emergere l'albero da me disegnato, sempre in Billiemi, con elementi rettangolari di varie gradazioni di colori, che il marmista riuscì a interpretare egregiamente dal mio disegno.
L'albero di pietra mi sembra che rappresenti l'emblema del palazzo, dall'eterna struttura con solide "radici/fondamenta" e che rimarrà per sempre. Alla fine, in basso, inciso su una piastrina di metallo porta il mio nome, cosa davvero unica in quanto non avevo mai firmato le mie realizzazioni.
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