Passa ai contenuti principali

IN UN SECOLO CINQUE DITTATURE AFFLISSERO IL MONDO

Una storia da chi la visse non come storico ma come cittadino.    
Un libero pensatore la cosa che più odia nella sua vita è la dittatura, cioè il pensiero unico di un capo imposto ai cittadini. A questa situazione mi ribello e voglio scrivere il mio pensiero non da storico ma da libero cittadino. Abbiamo scoperto che le dittature sono tutte simili, commettono gli stessi errori e usano gli stessi procedimenti impositivi. 
Da bambino ero immerso nella dittatura fascista che imponeva anche a tre anni di età la divisa fascista come un vestito: lo capii anche io, era un modo di uniformarsi al volere del capo. 
Dopo la prima guerra mondiale si verifico in tutto il mondo un rifiuto del parlamentarismo, un rifiuto della democrazia e quindi della civiltà come ce l'avevano trasmessa i greci. I reduci dalla prima guerra mondiale non accettarono il parlamentarismo e stranamente tutti i popoli si orientarono verso un dittatore che rappresentasse i loro interessi. Furono i cittadini stanchi e sfiduciati che cercarono di trovare una svolta politica che allontanasse il pericolo incombente di una prossima guerra. 
Fu così che uomini di mediocri capacità, ma di grande ambizione politica, furono portati in trionfo come demiurghi capaci di risolvere tutti i problemi del dopoguerra che erano spesso molto ardui e spesso irrisolvibili. Molti disoccupati sperarono che un leder risolvesse i loro problemi e trovasse lavoro per tutti. Vidi folle ubriacarsi di fronte a cretinerie che venivano propinate a loro attraverso prolissi discorsi come quelli di Mussolini e Hitler. Da bambino capii che la dittatura era come un padrone alla quale tutti si dovevano sottomettere. 
Quando diventai più grande sentivo interiormente un senso di ribellione, di insofferenza, come se fossi stato costretto da catene che mi venivano messe ai piedi. Le dittature sono uno strumento di tortura per il libero pensiero e spesso ho visto le folle inneggiare al capo senza capire che applaudivano a chi voleva camminare sulle loro teste. Le cinque dittature che afflissero il mondo crearono montagne di morti come non si era mai visto nella storia dell'umanità nei secoli precedenti. I leader si ubriacarono di potenza e si attribuirono poteri immensi che nessun capo di governo aveva mai assunto. Sono stati fatti degli studi e delle ricerche, le dittature affidate a Franco, Mussolini, Hitler, Stalin e Mao hanno portato a questi risultati: dittatura di Franco in Spagna, 43.000.000 di morti, dittatura fascista 26.000.000,dittatura nazista 68.047.059,dittatura comunista 100.000.000, dittatura di Mao 40.000.000Queste montagne di morti innocenti e inconsapevoli dell'immensa crudeltà che può derivare dall'affidare il potere a un leader, anche se poi venne chiamato da un Papa "uomo della provvidenza".  
In quegli anni che vissi immerso nella dittatura fascista mi sentivo soffocare perchè all'inizio eravamo pochissimi a pensare liberamente e quindi rischiavamo la nostra libertà. Quando scoppiò la seconda guerra mondiale capimmo che la libertà potevamo conquistarla solo perdendo la guerra che ci avrebbe liberati  dalla dittatura.
Vivemmo per anni in un complesso schizzofrenico e in molti non capirono più dove andavano.  Le bombe che cadevano sulle nostre case per distruggerle non sapevamo più se amarle o odiarle. Quando vedemmo il dittatore appeso per i piedi allora capimmo la verità che ci appare in tutta la sua crudezza. 
A questo punto mi viene spontanea una riflessione: può avvenire quello che io ho già in altre occasioni evidenziato, ovvero che gli atei adorano un loro dio. Ho scritto su questo assurdo e mi sembra anche in questo caso si possa fare riferimento a un dio che non esiste. Il dittatore è creato dalle folle e viene ucciso quando le folle si accorgono che è un falso dio: così avvenne per Mussolini e Hitler, il falso dio alla fine viene rivelato come un feticcio privo di realtà.  
Questa situazione è ricordata nella Bibbia, quando Mosè tornò al Sinai trovò gli ebrei che si costruirono un feticcio da adorare, questo conferma che l'umanità ha bisogno di un feticcio che sostituisce il dittatore ed è inventato come lui.

Commenti

Post popolari in questo blog

IL SATIRO DANZANTE

Nelle austere sale dell'ex convento dei Cappuccini, adattato con gusto a Museo del Satiro a Marsala, una mattina, dopo l'apertura, si udì il canto di una voce giovanile ma vibrante “ viva viva la vita” “viva viva la vite” I visitatori, sempre molto numerosi anche alle prime ore, si guardarono stupiti. Accorsero i guardiani e non videro nulla di anomalo, tutto era in ordine, non si erano resi conto che il Satiro si era svegliato dal suo sonno millenario e voleva esprimere la sua gioia irrefrenabile. “Sappiate” disse ai presenti “che io rappresento la gioia, la vita, io non ho legami né con il cielo né con la terra, io sono libero, non ho neanche vestiti …questo è il segno della mia assoluta libertà. Io canto l'ebbrezza e invito anche voi a unirvi a me e danzare con me, verranno anche le ninfe e danzeremo fino a notte. Sappiate che io non sono un satiro, come dite voi, io non ho orecchie di asino, non ho corna di capra, non ho la coda di cavallo;   i o sono un ...

L'UCCELLINO DELL'ADDAURA

Mi porse una pesante cartucciera e mi disse: "questa la porterai tu".  Era così alto che io, ancora piccolo, gli arrivavo poco sopra il ginocchio. Veniva dell'America e, a conseguenza di un incidente, doveva fare fisioterapia e camminare molto. I Cuccia erano venuti a stare vicino a noi    a Mondello   e il pomeriggio il Signor Beni (Benedetto) mi veniva a prendere per camminare e andavamo alle falde del monte Pellegrino, nella zona che era detta "Addaura", dal nome dell'alloro che cresceva spontaneo lì, ma che non era percorsa neanche dai pastori perchè troppo brulla e ripida. Ogni tanto lui sparava e qualche uccellino e io dovevo correre a raccoglierli ancora caldi e li mettevo dentro la cartucciera. Io ci soffrivo e lui non mi capiva, a volte la cartucciera si riempiva di povere vittime innocenti.  Camminavamo ore intere e ricordo ancora quello splendido paesaggio quando ancora non era arrivata la moda di avere un villino su quella montagna.  Po...

INTERVISTA A LAOCOONTE

“Dimmi cosa successe a Troia quel tragico giorno che tu peristi con i   tuoi due figli, ne hanno   parlato ampiamente Omero e   Virgilio, ma io voglio sentire dalla   tua viva   voce il   racconto di quel tremendo giorno. So che sono passati più di duemiladuecentootto anni, è finita la guerra di    Troia, e poi tante   guerre tra le quali due guerre mondiali. Ma principalmente è finito il politeismo, la tremenda religione per la quale tu sei   morto, per volere di Atena. Ora puoi parlare liberamente.” Ero in   Vaticano davanti il gruppo del Laocoonte, la cui storia riempirebbe libri. Questo monumento coinvolge storia, arte, poesia, politeismo, religione cristiana. Quando fu rinvenuto diventò l’origine dei musei Vaticani, e praticamente di tutti i musei. Plinio racconta che questo gruppo nella versione originaria era in bronzo, poi ne furono fatte delle copie in marmo dai romani, tutte pregevoli   perché il gruppo ha u...