Era piccolino di statura ma la sua levatura non ne fu condizionata affatto. Classe 1886, la sua intelligenza brillante, la sua competenza e esperienza giuridica, lo portarono in pochi anni ad essere uno dei primi avvocati di Palermo. Aveva superato la Prima Grande Guerra, dove era rimasto incolume per un pelo al fronte francese dove gli era morto accanto un amico colpito da una bomba. Al ritorno, volendo avviarsi alla professione di avvocato civilista ma ancora senza alcun cliente, ogni mattina andava in Tribunale solo per farsi vedere attivo e piano piano riuscì a crearsi una vasta clientela e a Palermo diventò famoso per la sua grinta e forza. Era un lavoratore con una grande passione per la sua attività professionale. Non era un mestiere, ma una vera e propria passione. Del suo cliente condivideva le ragioni e quando queste non erano sufficienti, condivideva l'ansia e la preoccupazione della vittoria.
Il pomeriggio riceveva i clienti e tra questi vidi anche il principe di Lampedusa che aspettava il suo turno. Le sue capacità mentali erano sorprendenti: riceveva a volte venti, trenta, tra visite e telefonate in un solo giorno, durante le quali trattava argomenti diversi e bisognava avere una grande elasticità mentale per affrontare un simile stress.
Mi ricordo che da piccolo lo aiutavo a sistemare i vari documenti nei vari fascicoli, ma soprattutto restavo impressionato dalle sue capacità. Quando la sera finiva il suo massacrante lavoro prendeva un boccone rapidamente e poi si metteva a scrivere per tutta la notte, facendo le ore, piccole tutti gli atti urgenti che dovevano essere pronti l'indomani. L'attività professionale lo travolse, spesso i clienti erano nobili famiglie o costruttori o imprenditori industriali che avevano una grande fiducia in lui. Nel 1953 un industriale del nord il signor Larizza di Castefranco Veneto, lo nominò Presidente di una società industriale, la SIMAS, per la produzione di bombe per la NATO. Ma l'incarico durò solo un paio d'anni in quanto lo stabilimento siciliano, a seguito del suicidio del Larizza, venne chiuso.
L'avvocato Ettore ebbe poco tempo per occuparsi della famiglia. I figli crebbero istruiti dalla madre, e due divennero avvocati, uno ingegnere e uno dottore, facendo tutti una brillante carriera professionale. La moglie si lamentava di essere stata trascurata e ne aveva ragione: il sabato pomeriggio l'avvocato invece di trascorrerlo in famiglia si dedicava alle opere di San Vincenzo. Era Presidente di un gruppo chiamato Conferenza e dopo le riunioni si recava a visitare i bisognosi del rione Acquasanta e dargli assistenza.
Questo suo altissimo spirito altruistico era fondato su una profonda Fede cristiana.
Il suo lavoro lo coinvolgeva a tal punto che non so se lui conoscesse il livello di studi dei figli perché la sua mente era piena di impegni fino a quando, a 90 anni, con l'aiuto del figlio Sergio, rallentò le sue attività professionali. Per alcuni anni, rimasto vedovo fece viaggi fantastici in territori intercontinentali accompagnandosi con le nipoti Nedi e Antonella.
Mio padre fu un grande esempio di altruismo e professionalità e fu uomo di grande sensibilità ispirato dai dettami evangelici.
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