Quando arrivai ad Agra la macchina si fermò, io scesi e vidi una delle Sette meraviglie del mondo. Ne capii subito la ragione.
Un'immensa linea d'acqua in lento movimento, formava una strada che saliva verso un edificio sulla quale lo stesso si rifletteva. Il monumento era un ottagono contornato da quattro altissimi minareti che svettavano verso il cielo.
Mi documentai e seppi che la costruzione aveva impegnato 20.000 operai per 22 anni. Il monumento era stato voluto dall'imperatore Moghul Shah Jahan in memoria della moglie Arjumand Banu Begum che era morta di parto lasciandolo vedovo e addolorato.
Non esiste al mondo un monumento simile per la memoria che rappresenta: l'amore di un imperatore affranto dal dolore.
Alla costruzione collaborarono più di 1.000 tra elefanti e bufali nel trasporto delle materie prime. Il marmo bianco venne portato da Mankara che riveste le patì esterne, il diaspro dal Punjab e la giada e il cristallo dalla Cina. I turchesi erano originari del Tibet e i lapislazzuli dell'Afghanistan, gli zaffiri venivano da Sri Lanka e la corniola dall'Arabia.
In tutto 28 diversi tipi di pietre preziose e semi-preziose, vennero incastonati nel marmo bianco. Collaborarono persone da diverse parti del mondo e tra queste è annoverato anche l'italiano Geronimo Veroneo.
Lo stile architettonico adottato fu quello dell'architettura islamica con ispirazione al rinascimento italiano, ma tutto con una grande misura estetica e con una proporzione delle parti di rara bellezza. L'interno è privo di immagini sacre secondo i dettami del Corano e sempre all'interno si trovano i cenotafi dell'imperatore e di sua moglie al livello della stanza principale, mentre le tombe vere e proprie (quelle contenenti le salme) si trovano nel livello immediatamente inferiore, orientate in modo da essere esattamente nello stesso punto in cui si trovano i sovrastanti cenotafi. Il cenotafio della moglie dell'imperatore è al centro esatto della struttura, mentre quello dell'imperatore è ad un lato, nella parte occidentale. I cenotafi sono circondati da un recinto ottagonale in marmo perforato, in cui ognuno degli otto pannelli di cui è costituito è stato intagliato da una singola lastra marmorea, regalandogli una decorazione con figure floreali. Sono rivolti sull'asse est-ovest, verso La Mecca.
Il cenotafio della moglie dell'imperatore è decorato con il versetto 185 della terza sūra del Corano, mentre l'altro riporta una scritta che lo identifica come quello dell'imperatore.
Di tutto il mondo islamico, questo meraviglioso monumento è la costruzione che ci resta meglio conservata. Riteniamo che, a ragione, è considerata una meraviglia del mondo e pensiamo che mai più verrà costruito un tempio con tanto amore che sprigiona da tutte le pietre che lo compongono.
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