In principio la comunicazione fu la parola a viva voce. Poi arrivò il telefono: si chiamava la centralinista che metteva due persone in comunicazione telefonica, bisognava aspettare che lei fosse disponibile e poi avveniva la conversazione... ma quando arrivò il telefono cellulare fu una rivoluzione e la comunicazione si sviluppò in maniera gigantesca.
Il nome stesso di questo strumento è magico. Sembra un estensione del corpo umano, una grande cellula che ci consente la comunicazione istantanea in tempo reale con qualsiasi interlocutore a qualsiasi distanza.
Il mondo ha vissuto questa trasformazione della comunicazione e io ho avuto la fortuna di viverla in prima persona. Il cellulare non è uno strumento, oggi è diventato una parte del corpo, quasi non esiste persona al mondo che non abbia un telefono cellulare.
Il bambino va a scuola col cellulare e la mamma lo segue e lo insegue passo passo, il padre va in borsa e segue le quotazioni dei titoli in borsa, non guarda più lo schermo, guarda il suo cellulare, il malato in ospedale può dare notizie ai suoi familiari.
Ma soprattutto la conversazione è un'espansione del proprio io che ti consente di trovarti come al vertice di una piramide dalla quale domini tutti quelli che stanno al di sotto. Gli ascoltatori sono miliardi di persone e questo spesso non è considerato da chi parla al cellulare.
La comunicazione spesso diventa una conversazione perché il desiderio di comunicare con gli altri è fortissimo, è un modo per realizzare se stessi e per imporre le proprie idee o comunicare le proprie speranze a qualcuno.
Ma forse si sta un pò esagerando...passiamo più tempo a conversare a distanza, senza la "necessità di incontrarsi" e questo fa perdere la bellezza del confronto diretto, dello scambio di sguardi tra persone che dialogano.
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