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KATHMANDU - Nepal 1960

L'aereo fu costretto a fare alcuni giri sulla pista dell'aeroporto perchè la pista era occupata da un gregge di pecore. Kathmandu era la capitale di uno staterello ai piedi dell'Himalaya che era rimasto fuori dalla dominazione inglese dell'India e fuori dai circuiti turistici.
Eravamo quattro turisti assetati di conoscenza del mondo nel quale eravamo ospiti. Quando scendemmo dall'aereo tutto fu una sorpresa, questo paese conservava antiche tradizioni sia negli edifici che nella popolazione. La prima cosa che ci fu mostrata fu la "dea bambina": avevano chiuso in casa in un appartamento al primo piano una bambina che doveva restare segregata fino a che avesse raggiunto la sua maturità sessuale. La vedemmo dalla finestra e ci salutò con un sorriso.
Era una tradizione che si tramandava da millenni e su quelle montagne il tempo non passava.
Fummo alloggiati in una casa antica che, mi dissero, era stata del governatore.
Quando ci fummo riposati dal lungo viaggio iniziammo a visitare la città.
Era piena di bellissimi templi in legno scuro e quando ci avvicinammo a visitarli ci accorgemmo che i templi erano costruiti a piramidi di cinque piani.
Quando guardammo attentamente le sculture, bellissime che decoravano  tutti piani dei templi ci accorgemmo che erano le rappresentazioni del Kamasutra: la nostra civiltà ci faceva scandalizzare da quelle sculture dove i rapporti sessuali tra donne e animali venivano rappresentati come se fosse tutto normale. Apprendemmo allora che le mamme istruivano le figlie al rapporto sessuale comunque e con chi era possibile: scoprimmo le 100 posizioni del rapporto sessuale che non trovammo assolutamente di nostro gradimento. Eravamo troppo lontani da quella civiltà che si era sviluppata in quella piccola nazione isolata dal resto del mondo per millenni, scoprimmo così che c'era un diverso modo di vedere e di rappresentare il rapporto sessuale con molta naturalezza e ne restammo sconvolti.



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