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Visualizzazione dei post da giugno, 2018

DAFNE E L’ALLORO

Arrivò   di corsa inseguita dal dio più bello dell’Olimpo. Lei si aggrappò con forza al mio tronco e poi, ansimante, invocò il Padre con queste parole: “Padre mio, ti supplico impedisci di possedermi a questo folle che mi perseguita! Lui è uno sciagurato… seduce tutte le ninfe e non ne ama nessuna, io sono troppo giovane e voglio essere libera di fare la mia scelta.” Ma mentre Dafne invocava il Padre con voce rotta dal pianto, accadde un fatto incredibile, mai accaduto prima: lei, la bellissima ninfa figlia del fiume Peneo, si stava incorporando al mio tronco e diveniva una cosa sola con me.   Dalle sue bianche braccia, dal corpo flessuoso spuntavano foglie e fiori, lei spariva dentro di me e io diventavo lei. Non era un amplesso, ma era molto di più. Era un’ unione magica e divina,   si realizzava in me il sogno di tutti gli amanti. Giovani virgulti cosparsero il mio tronco, io diventai il   più   bello e felice tra gli alberi del bosco e lei visse ...

Il Sicomoro e la fanciulla nel giardino del Faraone

“Vi prego” disse il Sicomoro rivolto ai suoi vicini “Non fate parola di quello che vedete. Tutto deve essere un segreto.” La sua voce si udì chiara e limpida come l’aria di quel mattino, nel verde giardino della regina Nefertiti sulla sponda del Nilo. Le bianche vele scivolavano silenziose sull’acqua azzurra del placido fiume, mentre si udiva lontano il richiamo dei gabbiani. “Cosa ti prende oggi?” chiesero all’unisono il grande fico e un piccolo melograno che crescevano nei dintorni. "Vedete la ragazza che corre nella valle dei Papiri?" rispose il Sicomoro. “E la figlia del capo giardiniere, va a portare un messaggio per un incontro segreto con il suo amato. Lei verrà, si incontrerà con il suo amore, e poi insieme si nasconderanno tra i miei rami per essere protetti da occhi indiscreti. Voi non potete capirmi: lei per me è più di una madre, più di una sorella. Quando era ancora bambina, scelse il più bel posto del giardino, mi pose in una buca e, con le su...

La Bellezza salverà il mondo

Maestà, bellissima Regina, sposa del Re Akhenaton della XVIII dinastia, re del basso e alto Egitto, non voglio turbare il suo tre-millenario sonno, ma Le devo dare una notizia importante: ho inclusa la Sua immagine nel mio Blog. Voglio che tutto il mondo sappia che Lei è la donna più bella che sia mai nata. Desidero diventare Suo amico, mi dia questa gioia, voglia far conoscere la Sua bellezza a popoli che non sanno cosa era la vostra civiltà e che non sanno dove è l’Egitto. Voglio far conoscere a tutti in cosa consiste e dove ha sede la Sua bellezza che è la più sublime e supera  anche quella della Venere di Milo, supera quella di Cleopatra, la Gioconda, le Madonne di Raffaello.  La Sua bellezza nasce da un ovale del viso che è perfetto, non è africano nè egiziano.  Lei venne da lontano, e il matrimonio con il Faraone Amenorf III fu combinato come si usava a quei tempi. Gli occhi sono evidenziati da due grandi arcate profonde come due archi di trionfo, le...

LA PAROLA AGLI ALBERI

Quando, alla fine dello scorso secolo, vidi bruciare gli alberi e i boschi come rifiuti, e vidi il mondo della cultura silenzioso di fonte a tanto scempio, sentii il bisogno di esprimere la mia amarezza e di difendere creature tanto belle che ci consentono di vivere.  Per gli alberi, condannati al silenzio, presi “la parola” in loro difesa, tra sogno e favola e mi eressi a loro difensore. Feci parlare settantacinque alberi famosi che erano stati coinvolti in politica, nelle religioni, distrutti da incendi, a cui era stato attribuito un significato nelle religioni, in politica, nelle arti e nella mitologia. Gli diedi voce, permettendogli di gridare tutta la loro rabbia. PREFAZIONE DEGLI ALBERI “Silenzio, silenzio” gridò il vecchio cedro del Libano, “entro oggi dobbiamo dettare la nostra prefazione. Il libro va in stampa e non  possiamo perdere  questa eccezionale occasione che ci offre l’autore”. Era la prima assemblea dagli alberi, convocata dopo la ...

VENERE E LA BELLEZZA: Intervista alla Venere di Milo

“Dammi  una mano, aiutami a scendere da questo odioso piedistallo, ho le gambe indolenzite”, disse la statua rivolta al giornalista con un sorriso   radioso e sconvolgente. Era la dea giudicata da Paride la “ più bella del mondo” e la sua statua voleva esserne  prova. Scese dal piedistallo e le cadde ai piedi il panneggio che le copriva le gambe, allora si  scoprì il  mistero del suo incredibile fascino: lo scultore  aveva  ingannato tutti, le gambe erano più lunghe del normale così come di quelle della modella. La Venere in piedi era oltre i due metri di altezza, cosa che rese la scultura imponente e mozzafiato.   La  caduta del drappo scoprì anche il lato B della Ve nere e si videro due bellissimi  glutei, la  parte più bella del corpo femminile che è purtroppo quasi  sempre nascosta. Quella mattina il museo era chiuso, la direzione aveva autorizzato la prima intervista ad una statua e non  era stato...

Io Auriga di Mozia

“Ve la racconto io la mia storia, mettete da parte le vostre guide” disse l'auriga scendendo dal basamento. Aveva recuperato piedi e mani   e, come per magia, si era ritrovato integro e pieno di forze. Nei musei accadono cose strane, ma in quelli archeologici, cose incredibili. La voce era autorevole, di chi si sente padrone della situazione. I turisti che affollavano la sala del museo di Mozia quel giorno erano particolarmente numerosi dato che la statua era stata per molti mesi in Giappone, a Tokio, ove l' avevano voluta esporre in un museo, come avevano fatto tanti altri Musei del mondo. “Vi racconto” proseguì la statua con voce ferma, “che io vengo dalla lontana Efeso sull'Egeo ove, in una cava del bel marmo i cavatori mi strapparono alla montagna. Ero un masso gigantesco di oltre due tonnellate, ero stato richiesto dagli agrigentini in Sicilia e lì dovevo andare. Gli agrigentini volevano arredare il loro tempio più grande con una statua che ricordasse la ...

IL SATIRO DANZANTE

Nelle austere sale dell'ex convento dei Cappuccini, adattato con gusto a Museo del Satiro a Marsala, una mattina, dopo l'apertura, si udì il canto di una voce giovanile ma vibrante “ viva viva la vita” “viva viva la vite” I visitatori, sempre molto numerosi anche alle prime ore, si guardarono stupiti. Accorsero i guardiani e non videro nulla di anomalo, tutto era in ordine, non si erano resi conto che il Satiro si era svegliato dal suo sonno millenario e voleva esprimere la sua gioia irrefrenabile. “Sappiate” disse ai presenti “che io rappresento la gioia, la vita, io non ho legami né con il cielo né con la terra, io sono libero, non ho neanche vestiti …questo è il segno della mia assoluta libertà. Io canto l'ebbrezza e invito anche voi a unirvi a me e danzare con me, verranno anche le ninfe e danzeremo fino a notte. Sappiate che io non sono un satiro, come dite voi, io non ho orecchie di asino, non ho corna di capra, non ho la coda di cavallo;   i o sono un ...