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Visualizzazione dei post da novembre, 2018

UNA CENTRO ACCOGLIENTE A PAGLIARELLI

Venne in studio presentatami  da mio fratello Sergio: era la dottoressa Passalacqua pediatra dell'ospedale dei bambini. Era giovane piccola e rotonda, entrò e parlò per un'ora senza farmi capire cosa voleva: a fatica appresi che aveva un terreno libero e disponibile per costruire.  Non sapeva cosa realizzare e che uso farne, però aveva una grande voglia di accogliere quanti avevano bisogno di aiuto. Dopo lunghi discorsi concretizzammo che io dovevo progettare una sede per l'accoglienza di bambini, anziani, ragazze madre e donne abbandonate a cui lei avrebbe dedicato la sua vita.  Era una persona di enorme disponibilità, che sembrava uscita  dai Vangeli, in carità e dedizione superava il dettato di Cristo: non lasciava tutti i suoi beni ai poveri, ma voleva fare di più, gestirli per loro conto affinché non andassero perduti da una cattiva  amministrazione.  Tutto quello che possedeva lo mise a disposizione dei bisognosi.  Capito questo io rima...

UN CAMPO SPORTIVO PER CINQUE PAESI

Quando nel 1967 il Prefetto Vicari si occupò del banditismo, nella sua repressione nella zona di Partinico si rese conto che non bastava arrestare i banditi ma bisognava intervenire su quella popolazione che era "disorientata".  Si occupò dei giovani e cercò di creare per loro attrezzature sportive. La notizia arrivò a me che allora curavo i lavori della Casa del Fanciullo di Partinico e mi arrivò l'incarico di occuparmi del campo sportivo di Partinico. Andai a visitare il luogo in via La Franca e mi accorsi che era un campetto troppo piccolo per un impianto sportivo che fosse sufficiente a soddisfare le esigenze di ben cinque paesi che gravitavano su Partinico.  Presi informazioni e seppi che accanto al terreno se ne trovava un'altro di pari misure che mi avrebbe consentito di progettare un impianto completo. Lo feci sapere a Vicari che si attivò subito ed espropriò quel terreno che fu sufficiente a realizzare una superficie di oltre ventimila metri quadri.  ...

LE GROTTE DELL'ADDAURA UN'ESPLORAZIONE RISCHIOSA

Partimmo di buon mattino con tre biciclette, io Furitano e Gugino, dotati come attrezzatura solo di una scatola di fiammiferi e una lampada ad acetilene che avevo comprato il giorno prima.  Lasciammo le biciclette ai piedi di Monte Pellegrino nel lato verso Mondello.  Nel 1938 il giornale di Sicilia aveva dato notizia della scoperta di una grotta ai piedi del monte con tracce di civiltà antiche e tutta Palermo ne parlava.  Noi tre ci mettemmo d'accordo per fare un esplorazione senza sapere dove andare. Arrivammo nell'antro a mezza costa della grotta che era formato da un grande vano, come una cupola di una chiesa, che portava tracce di un uso antico come ricovero di greggi.  Non si vedeva alcun ingresso per entrare nella grotta e faticammo a trovare un buco nel quale mi infilai strisciando come una lucertola, dopo una decina di metri arrivai in un vano dove mi potevo rimettere in piedi.  Invitai gli altri a seguirmi perché avevo ritenuto di ...

LA MORTE DI CRISTO

Cristo all'approssimarsi del suo sacrificio sulla croce pregò il Padre che  quella sofferenza gli venisse risparmiata, e pregò il Padre fino all'ultimo minuto: fino a quando sul Golgota i chiodi trafissero la sua carne sperò in un intervento supremo. Ma quando si sentì finire gridò al Padre: "perché mi hai abbandonato"? In quel momento, secondo il mio parere, Cristo diventò la più grande prova che il padre non esiste e che non fece nulla per aiutare un  figlio che si sente abbandonato. Questa gigantesca prova è anche testimonianza per tutta l'umanità, è una verità comprovata da un essere che sacrifica la sua vita per darci una prova gigantesca.   La resurrezione non può cancellare le sofferenze di un crocifisso, la sua fine straziante, e le sue ultime parole. Quando Cristo mostra le sue piaghe a Tommaso abbiamo un ulteriore prova che il padre non esiste: che senso avrebbe aspettare che il figlio muoia sulla croce, per poi risuscitarlo dopo poche ore.  ...

LADRI DI BICICLETTE

Quando Fellini girò il suo famoso film "ladri di biciclette" erano i tempi in cui la bicicletta era un mezzo di trasporto molto diffuso perché gli altri mezzi non erano ancora popolari. Io subii un furto di bicicletta che finì in modo diverso da quello del film.  Vivevo, allora, in casa con mio padre e con i primi guadagni avevo comprato una bellissima bicicletta alla quale ero morbosamente attaccato. La conservavo in casa nell'ingresso di servizio del palazzetto  di famiglia di via Vincenzo di Marco.  Un giorno eravamo seduti a tavola tutti insieme, quando suonarono alla porta di servizio e la cameriera andò ad aprire: comparve un ragazzo che disse di avere sbagliato indirizzo e se ne andò. Nel frattempo, senza che la cameriera se ne fosse accorta, lui tirò lo scorrevole della serratura e quindi la porta non si chiuse realmente. Dopo pochi minuti tornò, aprì la porta e rubò la mia bellissima bicicletta senza che nessuno se ne accorgesse. Io, seduto a tavola, d...

GUERRA -GUERRA-GUERRA UN RICOVERO ANTIAEREO PER LA MIA FAMIGLIA

Quando il 10 giugno del 1940 Mussolini dal balcone di palazzo Venezia annunciò agli italiani che eravamo entrati in guerra (contro chi non lo sapevamo bene...) alcuni di noi capirono che eravamo finiti nelle mani di un folle e che non c'era più rimedio. Il fascismo consigliò a tutti di difendersi dai possibili bombardamenti aerei che sarebbero inevitabilmente arrivati su tutte le città.  Eravamo entrati in guerra (questa parola i giovani di oggi, per fortuna, non sanno che vuole dire...) e la guerra mondiale era una cosa diversa dalle guerre che nei millenni avevano afflitto l'umanità.  Questa guerra proclamata da Mussolini aveva un carattere diverso perché diversi erano gli strumenti per colpire il nemico.  Nessuno fu più sicuro in casa sua, non c'era un fronte di combattimento perché tutti eravamo soggetti ai bombardamenti aerei che per la prima volta il mondo conosceva e provava.  Io mi sentii coinvolto e, dato che la nostra casa era isola...

DUE VILLE BIANCHE ABBINATE

Mi disse: "Possiamo scendere, è questo il terreno." Era il costruttore Mirona. Mi aveva portato nella contrada CARDILLO a pochi chilometri da Palermo per mostrarmi un bellissimo terreno prospiciente sulla nazionale che degradava verso mare con veduta su Mondello. Era libero da costruzioni, di forma regolare e aveva tutti i requisiti per essere un'ottima area edificabile.  Mi spiegò il suo programma, voleva da me il progetto di due ville abbinate che formassero un unico edificio perché lui e la sua famiglia volevano essere per sempre vicini al dottor Mulè. Era una cosa rara questa amicizia e bisognava tradurla in progetto.  Mi spiegò che i due proprietari e le loro famiglie si affidavano pienamente a me, che ero noto a loro per aver già progettato per Mirona un edificio di sette piani in via Sarullo con grande soddisfazione reciproca.  Era un caso raro che mi si presentava, avevo libertà di progettare perché il committente e l'amico dottore si affidavano completam...

DUE AQUILE BIANCHE: UN MIRAGGIO IN INDIA

Salivo con fatica sul sentiero ripido  che avvolgeva la montagna,  formato da grandi ciottoli levigati da millenni di uso. Più che una salita era una scala fatta da gradini consumati dal grande traffico a cui era stato sottoposto .  Un'interminabile fila di fedeli, donne e bambini volevano arrivare alla cima.  Anch'io speravo di vedere questo miraggio che mi avevano raccontato. Una piazzola di pochi metri quadri in sommità formava la fine del percorso, dove due sacerdoti aspettavano le aquile. Eravamo a pochi chilometri da Benares, la città sulle rive del Gange famosa per i roghi sul letto del fiume.  Dalla cima vedevo una parte dell'India misteriosa e affascinante per i suoi colori e i suoi misteri. I saari mi avevano colpito come se non avessi mai visto colori in vita mia: erano accostamenti incredibili e immaginabili. Il rosso spesso si affiancava al rosa, al nero e al giallo oro, abbinamenti da noi non usuali.  Quando arrivai in cima alla montagna...

UN GIALLO IN PALESTINA

Gli antefatti del giallo iniziano con la visita di Gesù al tempio di Gerusalemme come narra Luca, in occasione della Pasqua, quando Gesù si recò con la famiglia a Gerusalemme.  In questa occasione Gesù dodicenne si intrattenne nel Tempio di Gerusalemme all'insaputa dei genitori, che lo persero di vista e che lo ritrovarono dopo tre giorni. Dopo tre giorni lunghi di ansiose ricerche, Gesù venne r itrovato mentre si intratteneva con i Dottori della Legge. Aveva lasciato i familiari e, secondo una mia ipotesi, aveva preso contatti con i suoi possibili maestri. Restiamo stupiti come per tre giorni la madre e il padre non lo abbiano trovato. Riteniamo che la madre soprattutto abbia sofferto questa sparizione. Sappiamo che la famiglia era numerosa, a quanto sembra Gesù aveva cinque fratelli e quindi può anche darsi che occuparsi di tutti era complicato.   In seguito, da giovinetto,  ancora una volta  si persero le tracce di Gesù  per ben 20 anni,   perché ...

UNA PERSONALE INTERPRETAZIONE DELLA MATERIA OSCURA

L’universo è formato da una materia con   ha due aspetti uno: la materia oscura , che costituisce l’86% della massa, e uno la materia ordinaria  pari al 14% della massa   che è quella in cui viviamo. La scoperta è avvenuta per merito di un astronomo, Frutz   Zwicky che, studiando la velocità di rotazione di una galassia e, in particolare, l’ammasso della Chioma di Berenice, notò che la velocità era anomala, e spiegabile solo con la presenza di una massa di materia non visibile. Appresi che la parte, chiamata “ materia oscura” lo è perchè non emette e non riflette la luce    e per questo è oggetto di laboriose ricerche da parte del mondo scientifico.  Tra gli altri, sono alla ricerca della materia oscura: il laboratorio del Gran Sasso, col programma Xenon1t e il premio Nobel per la fisica, Leon M. Lederman.  La scoperta è di grande rilievo, pari a quella recente delle onde gravitazionali, perché, per la prima volta, veniamo a conos...

DIO E LA CREAZIONE DEL TEMPO

La mattina del 21-10-2018 Eugenio Scalfari, pub blica un intenso pezzo sulla creazione del tempo che,  secondo lui,  avvenne per volontà di Dio ma anche perché Dio era stato obbligato a creare il tempo. Questa obbligo da chi gli venne? Scalfari non aveva la risposta.  Su questo suo interrogativo si ripromette, alla fine dell'articolo, di parlarne con il suo amico Papa Bergoglio, di cui lui vanta l'amicizia.  Io, dalla vetta dei miei 99 anni, ed essendo dichiaratamente agnostico, mi sento legittimato di scrivere il mio pensiero su questo quesito.  Ritengo che il problema non è "esterno" a Scalfari, ma dentro di lui, perchè lui è "ammalato di cristianesimo" e se ascolterà la mia opinione, metterà "in casa di riposo" Dio, starà più tranquillo e molti dei suoi problemi passeranno.  Dio ha bisogno di un riposo, recenti studi hanno scoperto che il Big Bang avvenne oltre 10 miliardi di anni fa e quindi, se Di...