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Visualizzazione dei post da dicembre, 2018

TRILOGIA DELLA PAROLA

LA PAROLA ALLA PAROLA LA PAROLA AGLI ALBERI  LA PAROLA ALLA LUCE  Da libero pensatore, in questi anni mi sono divertito a dare la parola a chi non l'aveva e non poteva esprimersi liberamente...ne sono venuti fuori tre saggi: LA PAROLA AGLI ALBERI Quando ho visto interi boschi bruciare per mano dell'uomo o per sua trascuratezza, quando ho visto intere foreste sradicate dalla furia del vento, ho sofferto come se mi avessero ucciso dei figli e ho capito che dovevo parlare a loro nome. Il silenzio degli alberi nasconde sofferenze atroci di esseri viventi che servono alla nostra vita, poiché senza di loro noi non potremmo vivere perché privi di ossigeno.  Mi sono convinto allora che dovevo parlare per esprimere e raccontare la loro presenza nell'arte, nella religione, nella politica, nella storia dell'umanità.  Questo libro vuole essere anche un grido di protesta, un grido di aiuto, un'appello a tutti gli esseri viventi perché non ci siano muri nella com...

QUOTA 2000!

Con grande gioia vi comunico che l'ultimo giorno dell'anno i miei post hanno raggiunto la quota di 2009 visualizzazioni. Ringrazio gli amici conosciuti e sconosciuti che hanno letto i miei liberi pensieri che spero siano stati anche apprezzati anche se spesso sono "fuori dal coro". Vi prometto che io continuerò a scrivere le mie idee e spero voi che continuerete a leggere numerosi. Auguri a tutti per un FELICE 2019!

LA MIA CASA SUGLI SCOGLI - PER ASPRA AD ASTRA

Era un’idea, diventò una passione che diventò una realtà:  non volevo turbare quel meraviglioso contesto naturale, la costruzione doveva essere in armonia con il paesaggio fatto di scogli e mare. Doveva essere “ la casa sugli scogli ”: troppo vivo era il ricordo della casa sulla cascata di F. L. Wright che avevo avuto la fortuna di visitare in Arizona. Provai  a raggiungere questo  obiettivo  in due modi: facendo emergere la casa dal terreno il meno possibile, facendola costruire seminterrata a mezza costa, e usando per i muri gli stessi scogli su cui costruivo. Era l’inizio dell’estate, preparai in fretta il progetto, lo feci approvare dal Comune di Bagheria e poi iniziai i lavori con grande emozione. Passai un’estate con gli operai: capo cantiere era il bravo Biagio Martorana, un esperto che aveva lavorato con me per costruire la Casa del Fanciullo ad Aspra. Iniziammo con lo sbancamento, c’era della roccia da far saltare con piccole cariche di esplosivo, i...

LA PAROLA ALLE PAROLE

AMORE avanzava a lunghi passi, deciso, nella grande spianata della BNF (Biblioteca Nazionale Francese) delimitata ai quattro vertici da quattro grattacieli a forma di libri aperti che contenevano un immenso tesoro culturale. Infine, entrava nella grande sala dove le parole si erano autoconvocate in assemblea in quanto finalmente avevano preso coscienza di avere una vita propria e volevano tutelati i loro diritti, calpestati da millenni di trascuratezza.  Provenivano dai vocabolari, da sentenze, da atti pubblici e leggi. La sala della presidenza brulicava di parole di tutti i generi e specie, non era facile mettere ordine e fare silenzio. Delle paroline molto vivaci si davano un gran da fare per mettere ordine.  Quando entrò la parola AMORE si fece silenzio, riconoscevano tutte che era la parola più autorevole e rispettata. Lei si sedette al tavolo della presidenza insieme ad altre parole importanti e, senza tante formalità, venne eletta all'unanimità Presidente dell'as...

STORIA DI UNA SCULTURA DI 25 METRI

Mio padre, l'avvocato Ettore Fernandez dopo la laurea che ottenne nel 1909, entrò nel banco di Roma e presto diventò direttore dell'agenzia di Trapani.  Faceva su e giù da Palermo, ma presto si stancò e un giorno diede le dimissioni: era molto amante della sua libertà e preferì dedicarsi alla professione libera. Si trovò con una famiglia a carico e uno studio che non aveva neanche un cliente.  Mi raccontò che all'inizio, pur non avendo alcun cliente, andava al Tribunale di Palermo ogni mattina, solo per farsi vedere in attività. In breve riuscì ad avere una vasta clientela che gli consentì di acquisire una posizione economica importante. Era molto abile, con una mente che si notava e, grazie al "passa parola", in breve acquisì numerosi clienti di alto livello, tra cui il Principe di Lampedusa e alcuni Marchesi e Baroni siciliani. Nel 1930 decise di fare costruire una casa per la famiglia che comprendesse anche un appartamento per sua madre che era rimasta...

LETTERA APERTA AL PADRE NOSTRO- NATALE 2018

Padre Nostro ,Tu che sei il creatore dell'Universo, il creatore  delle galassie della nane bianche, dei buchi neri, della polvere cosmica da dove hanno origine le stelle.  Tu che sei il Re di questo regno che si sviluppa tra cielo e terra.  Da 2000 anni aspettiamo una risposta insieme a tuo figlio sulla croce: perché lo hai abbandonato? Perché hai abbandonato nel sud-est asiatico allo tsunami 168 mila  persone?  Bambini donne, vecchi,  intere famiglie che sicuramente avevano programmato un futuro lieto sono finite travolte da un'onda immensa  e questo non ci può lasciare indifferenti e non ti può lasciare indifferente.  Noi copriamo di lacrime quello che scriviamo perché lo strazio è indicibile e la sciagura che è avvenuta non può lasciare indifferente. Papa Bergoglio continua la sua preghiera con le messe ma non ottiene mai una risposta, Papa Ratzinger si è dimesso, ma anche Papa Bergoglio è bene che si dimetta  di fronte a quest...

UN PANIFICIO "ESPLOSIVO" IN VIA GIUSTI

Il cavaliere Cricchio grosso proprietario immobiliare aveva fatto costruire per suo conto un edificio di civile abitazione ad angolo tra la via Libertà e la via Giusti al confine con la villa Paino sede della residenza del Prefetto.  In questo edificio a pianterreno volle da me progettato un panificio perché a lui mancava questa attività che riteneva molto remunerativa. Il locale mi consentì di progettare una sala vendita e un grande laboratorio dotato di forni elettrici per la panificazione. La zona    vendita la volle arricchire e impreziosire dotando la parete principale dietro il banco di una grande tarsia in marmo che feci progettare dal pittore Leo Guida.  Il cartone di questa tarsia lo conservo ancora nel mio soggiorno perché mi è sembrato una delle cose più pregevoli che io possiedo. L a tarsia  v enne realizzata da un abile marmista che utilizzò tanti marmi di vari colori con molta sapienza. Ancora oggi è rimasta invariata e resiste al tempo.  ...

LA SCENOGRAFICA BELLEZZA DEI RITI E DEI LUOGHI RELIGIOSI

Le religioni nei loro riti, nelle loro scenografie, nei loro canti, nei loro profumi dell'incenso sono capaci di travolgere un animo sensibile e condurlo al settimo cielo a prescindere dai loro contenuti fideistici. Intendo dire che la Fede si distingue dalle manifestazioni che coinvolgono lo spirito più che il pensiero. I canti ecclesiastici per la loro poetica armonia sono qualcosa che tocca l'animo. La  scenografia di un rito religioso è sempre notevole, il prete sull'altare con paramenti preziosi  e colorati fa parte di un mondo onirico che travolge gli animi sensibili. Quando appare al balcone o in una piazza una figura come il Papa, di bianco vestito, crea emozione anche in chi non è credente.  Le immense cattedrali, le grandi scenografie architettoniche, pensiamo alle cupole, alle pareti delle chiese coperte di mosaici preziosi, gli affreschi, così come l'arte religiosa orientale, non possono lasciare indifferenti a prescindere dalla Fede di chi li osserva,...

UN INCONTRO INDIMENTICABILE IL GENERALE DALLA CHIESA E EMANUELA SETTICARRARO A PALERMO

Arrivò con la sua impeccabile divisa accompagnato dalla giovane e bella moglie Emanuela, con una piccola vettura senza scorta, per coerenza con i suoi principi che bisognava dimostrare di non avere paura.  Era stato nominato Prefetto di Palermo il 30 Aprile 1982 e aveva già fatto esperienza della solitudine in cui era finito.  Erano passati solo 75 giorni dalla sua nomina: la   data la ricordo bene perché era l'anniversario della presa della Bastiglia e lui era stato invitato dal consolato francese a partecipare ai festeggiamenti. Aveva già recepito ostruzionismo da parte dell'allora  Sindaco di Palermo, Nello Martellucci che si era rifiutato di fargli visita come prescritto dal protocollo. Entrarono nell'albergo La Torre di Mondello nel pomeriggio del 14 luglio 1982, e riempirono la scena della hall. Anche io e mia moglie eravamo stati invitati ad accoglierli dal dottore Matteo Florena e Marisa Lipari, grandi amici nostri e della moglie di Dalla Chiesa.  Ci...

PALAZZO SAITTA IN CORSO SCINA'

Le suore di padre Messina alla morte del Barone Sgadari, che non aveva eredi, ricevettero in eredità il suo palazzotto di campagna.  Non avendo che farne lo vendettero in un'asta pubblica, alla quale partecipò il barone Michele Saitta il quale si aggiudicò la proprietà.  L'edificio, originariamente una brutta casena di campagna alla periferia di Palermo, si trovava però in un angolo assai interessante del borgo vecchio, così detto perché risaliva a un tempo in cui il porto di Palermo si appoggiava alle proprietà di quella zona.  Nel 1963  il barone Saitta, cliente di mio padre, si rivolse a me per studiare lo sfruttamento di quell'area. Visitai il palazzo che mi sembro' di uno squallore enorme poiché non presentava nessun ambiente che meritasse una conservazione. Al Signor  Saitta proposi di sostituire il palazzotto con un moderno edificio ad angolo con la piazza che soddisfacesse le esigenze urbanistiche del momento. Progettai la struttura con un solo i...

Il RESIDENCE SEM A BAGHERIA: UN INCARICO VOLATO IN CIELO

Un giorno del 1970 si presentò in studio il signor Sem. Non mi disse quali intermediari gli avevano fatto il mio nome. Di colori chiari, a guardarlo non aveva niente di siciliano, il cognome era ebraico e la figura era asciutta e alta, diversa dal contadino siciliano. Era di modi affabili molto gentile, un normanno siciliano. Mi disse che veniva a nome di un gruppo di proprietari di un terreno molto bello a Bagheria, limitrofo alla circonvallazione. Era una vasta area di circa 9.000 mq sulla quale potevano nascere alcuni edifici per l'espansione della città.  Mi diede incarico di progettare un gruppo di edifici residenziali e dopo qualche giorno io gli sottoposi una planimetria generale con ben otto edifici di due appartamenti per piano. Complessivamente progettai 110 appartamenti, oltre alloggio del portiere e la viabilità connessa con la  via circonvallazione di Bagheria: un vero e proprio Residence .  Il Signor Sem fu entusiasta del progetto e mi diede incarico di ...

PADRE NOSTRO LA MIA PREGHIERA

Padre nostro ritorniamo nel paradiso terrestre, ritorniamo nella metafora della grande preghiera,  per trovare  l'albero della conoscenza del bene e del male. L'umanità ha bisogno dei frutti di quest'albero.  Siamo ansiosi e desiderosi di conoscenza, più che di pane,  siamo desiderosi di apprendere le verità che ignoriamo. Abbiamo bisogno di sapere da dove veniamo e dove andiamo.  Dicci cos'è il bene e il male Abbiamo bisogno di sapere perché ci hai mandato tuo figlio  e poi l'hai fatto morire sulla croce tra atroci tormenti. Abbiamo bisogno della verità, tutta la verità,  non vogliamo misteri ma luce che illumina gli eventi sulla terra.  Abbiamo bisogno di conoscenza e di verità che sono la base della nostra vita.

UNA PRIMA PIETRA PER IL PALAZZO DELLA FAMIGLIA

Alle quattro del pomeriggio del 3 maggio 1959 arrivò Padre Carini accompagnato da Sergio (mio fratello) nel cantiere di via Villabianca angolo via Duca della Verdura, dove erano appena iniziati i lavori di scavo delle fondamenta e, nel primo plinto, avevo fatto fare realizzare un buco per introdurre una pergamena preparata da Sergio in latino.  Dopo la benedizione di Padre Carini ,che era rimasto a quota di strada, m ia madre (la signora Fulvia Bagnara Fernandez)  e mio padre (l'Avvocato Ettore Fernandez) si avventurarono in una difficile discesa su una scala lunga a pioli che arrivava alla base del plinto.  Mamma introdusse la pergamena in una scatola di metallo e poi la collocò nel buco predisposto. Quindi gli operai le porsero una caldarella con la malta e una cazzuola nuova con le quali murò la scatola che è rimasta per sempre in quel plinto. Poi tutti i presenti  risalirono   e  brindarono all'avvenimento.  La cazzuola la conservo ancora oggi...

UN VILLAGGIO DEI PESCATORI A TERRASINI

Ci incontrammo nella piazza di Terrasini: eravamo il gruppo di progettazione del "Villaggio dei pescatori", incaricato dalla Regione Siciliana di progettare e costruire un villaggio di 300 case.  Un gruppo, in realtà, non  bene   assortito perché uno dei componenti era un ingegnere che si era dedicato a rappresentare e vendere materiali edili e non aveva mai esercitato la professione. Gli altri due eravamo io e il professore Ziino, docente di Architettura dell'Università di Palermo che, come me, in quegli anni esercitava la professione libera. Visitammo il paese, percorremmo strade dritte tutte orientate verso mare e quindi panoramiche; ci rendemmo conto che il paese era sorto spontaneamente, ma guidato da gente sensibile all'ambiente. Nulla aveva turbato questa splendida posizione di cui gode Terrasini, un promontorio sollevato dal mare circa cinquanta metri ma degradante verso il mare e verso il porto.  L'ambiente era fortemente caratterizzato dalla presenza...

COMMENTO DI UN PENSATORE LIBERO SULLA PREGHIERA DEL PADRE NOSTRO

Prima parte - La più dotta preghiera della cristianità fu dettata da Gesù per aiutare l'umanità a rivolgere un'istanza verso un essere ipotetico. Comincia con un'invocazione "PADRE" come se lui fosse accanto all'orante e non aspetti altro. Questa invocazione e' molto importate perché indirizzata a un essere ipotetico, ovvero creato dalla mente di Gesù.  Quando dice NOSTRO è una comunione di chi vuole coinvolgere anche se stesso in questa invocazione. Ma Gesù nel corso della sua vita si proclamerà Dio, come il padre, e quindi risulterebbe un assurdo che lui preghi se stesso, ma questo avviene perché Gesù era spinto da un grande amore per l'umanità e da grande fantasia creatrice di metafore stupende. Il "NOSTRO"  coinvolge i presenti, e anche gli assenti, perché è fuori dal tempo. "CHE SEI NEI CIELI", la metafora questa volta è più palese ed esprime il desiderio di puntualizzare l'ubicazione della sede ove risiede la c...

UN'AGGRESSIONE IN PIENA UNIVERSITA'

Quella mattina del 1942 entrai nella Facoltà di Legge, di fronte la Facoltà di Ingegneria che a quel tempo frequentavo, percorsi l'atrio che era quasi vuoto perché era l'ora di colazione, entrai nell'ufficio dispense che allora si trovava nell'angolo destro alla fine del porticato.  Questo ufficio lo conoscevo bene era formato da una stanza con un bancone dietro il quale stavano gli impiegati e le attrezzature. Non vidi nessuno oltre gli impiegati, poi improvvisamente apparvero quattro  scalmanati fascisti, capeggiati da un certo Leo Vetri,  studente di medicina,  che si precipitarono contro di me per darmi una lezione indimenticabile. In quattro o cinque mi aggredirono a calci e pugni fino a quando io tramortito non caddi a terra in un lago di sangue.  Poi scapparono e io restai per terra privo di coscienza. Dopo un poco mi rialzai privo di memoria e mi avviai zoppicante verso l'uscita, ma non sapevo chi ero e dove andare, quindi cominciai a camminare sul m...

IL PALAZZO AR - UN EDIFICIO COSTRUITO COME UN MOBILE

Quando il Comune di Palermo decise di prolungare via Roma oltre via Amari per dare vita a un nuovo quartiere, parallelo a via Libertà, che mettesse la città in comunicazione con Mondello, fu necessario demolire un palazzo. Ciò consentì la creazione di una nuova strada. Questa demolizione lasciò un vuoto e un angolo tra la nuova via e la via Amari, su un terreno di proprietà del signor Cordone. Era uno scapolo senza figli molto malato che passò la sua vita per anni nella clinica Valdoni  a Roma. Era cliente di mio fratello Sergio, avvocato, e quindi a Palermo era Sergio che amministrava i suoi beni. Subito dopo la demolizione del palazzo si presentò la necessità di risolvere l'angolo che era rimasto un rudere orrendo. Venni incaricato di fare un progetto in uno dei punti più belli della "futura Palermo". Il progetto esprime la mia volontà di sfruttare il linguaggio del mondo dell'architettura (allora) moderna, lasciandone traccia sull'architettura palermitana. ...

UN'ASCENSIONE CHE POTEVA FINIRE TRAGICAMENTE

Alle otto di mattina l'avvocato Carlo Pace, mio amico, mi venne a prendere con la sua macchina e andammo sulla litoranea di Monte Pellegrino verso mare.  Eravamo attrezzati con una sola corda di venti metri che ci doveva servire per un'ascensione di uno spigolo della montagna che si protende verso il mare dell'Addaura. Il mio amico aveva espresso il desiderio di fare una scalata con me. Quell'ascensione l'avevo già fatta con altri amici ed era stata molto divertente anche se breve, la parete era molto esposta e ripida verso il mare di Mondello.  Io ero primo in cordata, ci eravamo legati e io arrampicavo deciso e sicuro, fino a quando non arrivai a un punto dove sapevo esistesse un chiodo per mettere la corda in sicurezza. Tentai in tutti i modi di trovarlo ma non ci riuscii. Allora successe quello che non mi era mai capitato, persi l'equilibrio e precipitai da un'altezza considerevole perché eravamo quasi a metà dell'ascensione che, nel complesso, e...

UN BAMBINO APPESO

Era il 1924 e a Palermo in via Cluverio n 14 al primo piano in un appartamento c'era una cameriera con due bambini. La cameriera era in cucina che lavava i piatti e i bambini di 2 e 3 anni, per loro conto, giocavano in un terrazzino prospettante sulla villa Filippina. Giocando, il più grande dei bambini prese una sedia e l'avvicinò alla ringhiera del terrazzino, ci salì sopra e si sporse tanto da precipitare nel vuoto.  Nella caduta casualmente urtò i fili per stendere la biancheria e si aggrappò con le sue manine restando appeso come un vestito.  Questo bambino ero io che, capito il pericolo che correvo, cominciai a urlare aiuto! Arrivò la sorellina di 2 anni che sapeva appena camminare ma che capendo che qualcosa non andava, corse gridando in cucina. Le sue grida attirarono la cameriera che corse a vedere quel bambino aggrappato ai fili che chiamava aiuto.  Mi prese e mi rimise dentro in salvo.  Questa storia la racconto perchè può essere utile per chi...

UN PALAZZO CON LA CAMICIA IN PIAZZA VITTORIO VENETO A PALERMO

Arrivò con il suo inseparabile asino, lo attaccò ad un palo della luce in via di Marco e salì in studio da mio padre.  Era il proprietario di un bellissimo lotto di terreno prospiciente la piazza del monumento ai caduti detto comunemente "la Statua", che comprendeva due grandi bassorilievi in bronzo evocanti le gesta garibaldine ed era arricchita da un'elegante esedra con colonne progettata da Basile. La trattativa fu rapida e l'uomo con l'asino intascò una somma che avrebbe consentito a lui e al suo asino  di vivere   completamente di rendita per tutta la vita. I lotti di terreno, dopo la costruzione di via libertà e dei palazzi prospicienti la piazza, era rimasto edificabile perché il proprietario si era rifiutato sempre di venderlo. Questi, per misteriose ragioni, si era deciso a venderlo ai costruttori Catania, clienti di mio padre e miei. Avevo per loro già costruito qualche palazzo e quindi andavo tranquillo. Il lotto di terreno aveva sul fronte della pia...